Lo stile letterario, ovvero, come raccontare una storia. L’impronta dello scrittore: il lessico e la sintassi.
Tratto da SOLAR, di Ian McEwan (Einaudi, 2010). Biografia dell’autore
“Apparteneva a quella categoria di uomini – tendenzialmente spiacevoli, quasi sempre calvi, bassi, grassi, intelligenti – che, per ragioni misteriose, attraggono certe belle donne. O così credeva, e pensarlo pareva bastare. Aiutava inoltre il fatto che alcune lo considerassero un genio bisognoso di redenzione. Ma l’attuale Michael Beard era un soggetto in condizioni mentali limitate, anedonico, monotematico, sofferente. Il suo quinto matrimonio si andava disgregando e lui avrebbe dovuto sapere come comportarsi, assumere una prospettiva lungimirante, riconoscere la propria colpa. I matrimoni, i suoi perlomeno, non si susseguivano forse uno dietro all’altro al pari di fenomeni ondosi, o di maree? L’ultimo tuttavia era diverso. Non sapeva come comportarsi, la lungimiranza lo amareggiava e per una volta non aveva colpe da attribuirsi, a suo modo di vedere. Qui era sua moglie ad avere una relazione e anche in forma scoperta, punitiva e chiaramente senza il benché minimo rimorso. Lui intanto, travolto da una ridda di emozioni, si scopriva dentro momenti di intenso desiderio e di vergogna.”
Solar, di Ian McEwan: il plot
L’incipit apre con un’inquadratura sul personaggio principale.
Il primo tratto che ci viene descritto è il suo aspetto fisico, ma senza scendere in particolari. Sappiamo solo che nonostante sia tendenzialmente spiacevole, attrae le belle donne. Questo stuzzica subito la nostra curiosità e l’assenza di dettagli ci lascia il piacere di immaginare il suo aspetto come suggeriscono la nostra esperienza e la nostra fantasia.
Immediatamente dopo arrivano il suo nome e un profilo psicologico, non certo lusinghiero. Un termine ricercato: anedonico, per il quale ho dovuto ricorrere al dizionario. Il termine anedonia (parola greca composta dal prefisso negativo an e hēdonē, “piacere”) descrive una insensibilità patologica al provare piacere, propria di alcune malattie psichiatriche.
L’età non viene precisata ma dal fatto che sia al quinto matrimonio, Michael Beard si colloca nella fascia degli over cinquanta o sessanta, e lascia intuire una certa fissazione per le donne, magari una forte convinzione nei confronti dell’istituzione matrimoniale, oppure una infantile leggerezza. Per le donne, comunque, è un genio bisognoso di redenzione.
Sua moglie lo tradisce apertamente per punirlo di qualcosa. Lui non sa cosa e si sente, tra le altre cose, pervaso da desiderio e vergogna. Un altro tratto infantile che ci aiuta a comporre il mosaico.
Un incipit ironico e aperto, che fa venir voglia di saperne di più e lascia al lettore più domande che risposte.
Cosa fa nella vita un tipo del genere, come fa a permettersi cinque divorzi, perché subisce il tradimento, per cosa lo punisce la moglie, perché è un genio?
Le prime righe di un romanzo sono decisive, se sono ben scritte convincono prima l’editore e poi il lettore che vale la pena proseguire nella lettura.
Solar, per inciso, è un libro incredibilmente piacevole da leggere e la voce di McEwan è originale, divertente, profonda e seducente. Citando la sinossi, la storia si dipana “tra provvidenziali incidenti e profezie apocalittiche e mescola sapientemente tragedia e farsa, mettendo in scena l’umanissima battaglia tra cinismo e ideale, salvezza e catastrofe”.
Viene subito voglia di leggerlo.
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